Eccoci ancora qui a riflettere sul nostro futuro incerto. L’incertezza domina la nostra vita, attimo dopo attimo, in un mondo in continuo cambiamento, un mondo che non offre certezze e forse neanche prospettive. La vita è in incessante, mutevole evolversi, o involversi se vogliamo. La cosiddetta liquidità del mondo moderno rende inafferrabile il nostro tempo che lascia poche tracce di sè proprio perché in continuo movimento.
Quello stesso mondo che i nostri genitori hanno costruito, pensando al massimo benessere per noi figli, potrebbe essere oggi una trappola, un labirinto dal quale è difficile scappare, poiché la vita di oggi, servita dalle mille invenzioni tecnologiche, richiede di partecipare ai giochi e di danzare in un vortice di velocità ed efficienza assoluta, dove sembrerebbe che chi si ferma sia perduto.
La vita moderna richiede di presenziare a qualunque cosa per non correre il rischio di rimanere esclusi e ci offre effettivamente molte più possibilità di sapere e conoscere di quante se ne offrissero in passato ai nostri genitori.
Internet è effettivamente la fonte del sapere, sempre a portata di mano per ogni dubbio e necessità. Il web è sempre presente, seducendoci anche con la gratuità di alcuni servizi, che consentono di rimanere sempre connessi col mondo. Ma internet e soprattutto noi, che ne usufruiamo, abbiamo fatto i conti con la cosa più preziosa di cui disponiamo dopo la salute, ovvero il tempo? Il tempo è il bene più prezioso di cui disporre, che ci aiuta ad assaporare davvero le cose belle della vita. Così tutto quanto c’è di effimero che ci circonda, ci sfugge dalle mani e non lascia il segno nella nostra vita, circondata da oggetti spesso inutili o comunque superflui, che richiedono continuamente di essere rinnovati, cambiati o sostituiti perché così vorrebbe imporci la legge del mercato.
Per quanto mi riguarda, invece, la dimensione umana richiede di avere delle radici che affondano nella loro storia, nei ricordi, nelle immagini, nelle consuetudini, nelle abitudini; quindi, per esempio, l’ascolto di un brano musicale sarà legato anche visivamente ad una copertina e fisicamente ad un oggetto, un disco per esempio. Che dire poi di un bel libro da maneggiare e rigirarsi fra le mani, cogliendo il profumo delle pagine fresche di stampa, se comprato in libreria o ricevuto in dono, e l’odore acre di vecchio e, quindi, di storia vissuta di un vecchio libro pescato in un mercatino dei libri usati o ripescato negli scaffali della propria casa o della casa dei nonni? Le parole si accompagnano ai profumi e alle sensazioni del tatto. Ma anche la musica segue lo stesso percorso sensoriale sebbene possa apparentemente ricondurci alla sola percezione del suono. Profumi, immagini di copertine e, nei vecchi dischi in vinile, anche imperfezioni del suono e piccoli stridori, dovuti a graffi, ci riportano, ad esempio, al tempo in cui i dischi furono incisi. Non posso dimenticare, ad esempio, l’emozione che provai ascoltando da un amico un vecchio disco di un concerto dal vivo di Rachmaninov dove il suono era sporcato dal tempo che aveva lasciato la sua impronta sul vinile. È impagabile la sensazione che si prova nel toccare quei dischi, conservarli e riprenderli in mano quando se ne ha voglia.
Certo, è innegabile che i vantaggi del nuovo modo di immettere in commercio libri, musica e film sono sicuramente maggiori che in passato, non foss’altro per l’economia di spazio e per la possibilità di muoversi a piacimento da un brano all’altro, curiosando nel web senza vincoli, potendo disporre delle offerte anche gratuite di vari siti: film in streaming o musica gratis mediante lo scambio condiviso. Una indubbia utilità certo, che però rende tutto molto effimero e spesso fa sì che un brano, un film o un libro scaricato su un e-book lascino il tempo che trovano con estrema facilità, senza lasciare traccia nella nostra vita e finendo in breve nell’oblio più assoluto.

Concordo pienamente con te: anche secondo me il tempo