Aspettare che il nuovo album dei nostri cantanti preferiti esca in commercio; andare al negozio e cercarlo tra i mille e mille vinili presenti, guardando ogni copertina e ogni artista; portarlo a casa, fieri di possederlo; posarlo sul giradischi e alzare il volume al massimo sdraiati sul letto; ascoltare il suono delle canzoni, dimenticando le lamentele dei genitori che ti ripetono di abbassare la musica…. Questo, purtroppo, noi giovani c’è lo siamo magari sentito raccontare, ma non sappiamo cosa voglia dire: in compenso, in qualsiasi momento, possiamo connetterci a internet e cercare qualsiasi canzone ci venga in mente, ci isoliamo con i nostri auricolari e, quando una volta c’erano gli scaffali pieni di vinili, noi scorriamo la nostra playlist del cellulare. Similmente, una volta si conservavano le fotografie predilette negli album, oppure le più importanti si mettevano sul comodino o si tenevano sempre nel portafogli, a volte anche rovinandole, tanto era più importante il ricordo che non fa la qualità della foto; ora possiamo conservarle tutte in un’unica memoria virtuale. Ma, in fin dei conti, ci si lega e ci si affeziona molto di più agli oggetti materiali: rovinati o ben tenuti, ci lasciano sempre un ricordo più profondo rispetto agli immateriali file multimediali.

penso che coloro che hanno deciso di collezionare degli oggetti ormai in disuso siano persone piene di personalit