L’avvento del XXI secolo ha sicuramente determinato un drastico cambiamento per coloro che hanno vissuto in parte nel secolo precedente, abituati ad avere un contatto materiale con le cose e delle quali ne diventava unica la forma, il colore e perfino l’odore. Con “l’era digitale” tutto ciò ha perso il suo antico valore, e i supporti adottati sono diventati sempre più asettici. Apparentemente potrebbe sembrare una gravissima perdita e forse lo è anche in parte, tuttavia vanno riconosciute le enormi potenzialità dei mezzi elettronici. Analizzando in primo luogo l’aspetto economico, si vede subito che il grande punto di forza della musica liquida o dei libri digitali sta nel fatto che il fattore prezzo non comporta più un limite per il consumatore. In tal modo la cultura può diffondersi più facilmente e si possono coltivare passioni come la lettura e la musica che diventano accessibili in tutti gli strati sociali, sottraendole al possesso esclusivo di quell’élite benestante. Un altro punto a favore è la possibilità di reperire facilmente e portare sempre con sé libri, giochi, canzoni, o addirittura film, cosa che era impensabile qualche decennio fa. Essendo una “nativa digitale” trovo naturali tutte queste comodità a cui non potrei ora immaginare di rinunciare. Penso che per ogni epoca ci siano degli elementi caratterizzanti nei quali identificarsi, che magari ora non sono più i vinili ma i computer e i cellulari con i quali accedere a una immensa quantità di materiale che però ha perso una forma propria. Infatti bisogna considerare che oggi, forse per l’enorme quantità degli oggetti culturali e per la rapidità con cui essi vengono prodotti, diventa sempre più difficile conservarli tutti fisicamente ed è necessario smaterializzarli. Si trovano inevitabilmente contro quei conservatori nostalgici che rivendicano le librerie riempite di libri o i dischi collezionati nel corso degli anni e che sono il simbolo della loro stessa vita. Nel mio piccolo, anche se ho vissuto meno questa realtà, mi sento di dire che conservare e custodire gli oggetti più significativi è ancora importante, questo perché l’uomo non è una macchina ma un essere animato che ha bisogno di instaurare dei rapporti profondi. Anche il se il mondo si muove inarrestabile percorrendo la via della tecnologia, questi oggetti mantengono il loro fascino perché sono una testimonianza concreta della persona che siamo. Questo punto però non deve essere troppo condizionante, perché credo sia prioritario fare propri i valori e la bellezza di un libro letto o di una canzone ascoltata e quindi prima di preoccuparsi degli strumenti è necessario interessarsi ai contenuti.
Mochi Chiara