Che cos’è veramente un ricordo? Se aprissimo il dizionario e cercassimo la voce “ricordo” scopriremmo che, razionalmente parlando, esso è -un’impronta di una vicenda o di un’esperienza del passato, riportata alla mente dalla memoria, con più o meno partecipazione affettiva- o ancora -traccia o segno residuo-. Infatti se ricercassimo l’origine del termine, dovremmo tornare alle radici latine del verbo “ricordare” che letteralmente, da “re-cordis”, significa “ripassare dalle parti del cuore”. Ed è proprio questa una delle prime tematiche che si possono affrontare parlando di questo tema: in un mondo sempre più in mutamento, nel quale ogni cosa rincorre freneticamente la modernità, ci può essere un dolce ritorno al passato? Computer, smartphone e quant’altro possono davvero sostituire con un hard-disk, la memoria delle persone e la loro essenza? Si può racchiudere un ricordo in un gigabite? La risposta è un no secco e rimbombante, come una goccia che cade in un pozzo alto e silenzioso. Infatti la vera essenza dei ricordi è qualcosa che non si può scrivere via whatsapp nè tantomeno portare con sè in una chiavetta usb. La vera essenza del ricordo sta nella mente e nel cuore di chi l’ha vissuto, e non esistono tasti “reset”. Inoltre la tecnologia moderna, anche se offre svariati modelli di memoria elettronica non può competere con la memoria sensitiva dei singoli uomini; vale a dire che mai nessun robot o computer sarà in grado di emulare a fondo l’uomo. E per finire c’è una differenza abissale tra i due rivali: infatti per quanto riguarda la memoria umana, nulla se ne va davvero per sempre, si può dimenticare, ma mai cancellare. Se per un computer è semplice infatti rimediare ad un errore cliccando una manciata di tasti, così non è per l’uomo. Insomma pare dunque scontato come non ci possa essere rivalità tra i ricordi come li percepiamo all’interno di noi stessi, e quelli che vediamo scorrere sullo schermo di un pc. Perchè in fondo, come cantava Bob Dylan, bisogna aver cura dei propri ricordi, perchè non si possono vivere di nuovo.

Ciao!
Ho letto il tuo articolo: trovo sia molto interessante, piacevole e ben documentato.
Ho trovato molto originale la descrizione della parola stessa “ricordo”.
Hai fatto bene ad inserire alcune domande, per fare in modo che il lettore rifletta; per quanto riguarda il resto, molto bene.