Negli ultimi decenni è cambiato molto il modo di salvare i dati e le informazioni. Il passaggio da analogico a digitale, ha portato a salvare anche musica e film in supporti ottici come DVD e CD. Negli ultimi cinque anni è avvenuto un ulteriore cambiamento. I contenuti culturali sono liquidi; con questo termine si indica il fatto che siano disponibili in rete. Sono salvati online e noi possiamo accedervi senza effettivamente possedere il CD o il DVD e, di conseguenza, il contenuto culturale.
Questo porta a molti vantaggi. Tra questi, il fatto che il materiale culturale diventi molto più economico e più ampiamente accessibile: anche le persone che non hanno grandi possibilità economiche, diversamente da trent’anni fa, possono avere accesso a musica e film o anche a qualche libro con maggiore facilità. Essendo in rete, il materiale culturale è in una quantità enormemente più grande di quella a cui noi potremmo accedere senza questo mezzo. In tal modo è possibile ampliare notevolmente i propri orizzonti culturali. Abbiamo la possibilità di entrare in contatto con molte più realtà e culture (quest’ ultima è comunque la caratteristica principale di internet). Gli svantaggi pratici che abbiamo nel trasformare questo materiale liquido sono realmente molto pochi. Anche dal punto di vista della qualità di immagini e suoni, con il miglioramento della banda di connessione, si stanno compiendo passi da gigante.
L’unico punto a sfavore che si può trovare è nel lato, che si può definire, affettivo. Una volta esisteva il piacere di possedere o collezionare il disco o la pellicola. Essendo molto meno accessibili, il valore, anche affettivo, che si dava a questi oggetti culturali era molto maggiore. Con musica e film in streaming, si perde un po’ la concezione del reale valore di queste cose. Attraverso questo processo di smaterializzazione si tende sempre di più a dimenticare il vero valore degli oggetti. Acquistando un disco, si rifletteva molto di più sulla nascita e la creazione, ad esempio, di un brano musicale; ascoltando semplicemente una canzone su Spotify rischiamo di perdere questa consapevolezza.
In ogni caso questo processo e, più in generale, quello della digitalizzazione, ha più pro che contro. L’unico rischio che si corre è quello di perdere la capacità di dare valore al materiale culturale e, di conseguenza, alla cultura nella nostra vita. La cultura sempre e facilmente disponibile tenderebbe a diventare qualcosa di sempre più evanescente ed effimero.
