I computer, internet e i social network sono tecnologie abbastanza recenti.
Internet è stato creato intorno agli anni Settanta del Novecento mentre, per esempio, molto più attuale è la nascita di Facebook che risale a circa dodici anni fa.
L’uomo ha visto dei cambiamenti straordinari nell’ultimo mezzo secolo in ambito informatico e probabilmente non si è reso conto degli ‘effetti collaterali’ dei social-network se mal utilizzati.
Purtroppo, o per fortuna, le cose sono cambiate.
Trascorrere metà della propria giornata con lo smartphone in mano è ‘normale’, è una vera e propria dipendenza di cui non riusciamo ad disintossicarci.
Quello che non siamo, a mio avviso, stati in grado di fare fino ad oggi è stato quello di utilizzare e sfruttare queste tecnologie tanto veloci e comode senza abusarne. Quella necessità di postare, condividere, commentare e comunicare ogni singolo momento della nostra vita sta diventando in realtà una incomunicabilità con il mondo reale e non con i mille amici o seguaci del mondo virtuale. Siamo sempre lì, a testa bassa, con lo sguardo fisso su uno schermo che ti rende partecipe solo di un mondo che ti sottrae dalla tua reale esistenza. Ci si perde quei particolari, quelle situazioni ed eventi che ti rendono una giornata migliore, come ad esempio un tramonto, un profumo particolare che respiri fino all’ultimo dei centimetri di dilatazione a cui i tuoi polmoni possono arrivare per fare in modo che sia sempre insito in te, quegli incontri e dialoghi che ti aiutano a confrontarti con i tuoi simili. Ci perdiamo la nostra intera esistenza a vedere quello che le persone vogliono mostrare di sé. Inoltre, questa costante urgenza di far vedere agli altri cosa mangiamo, come trascorriamo i pomeriggi o come ci sentiamo, oltre a non avere alcun senso, rende pubblica la nostra persona. Ogni foto, frase o azione che pubblichiamo all’interno della piattaforma di internet può essere vista da chiunque. C’è un enorme mancanza di pudore e privacy in tutto ciò.
Non si pensa mai alle conseguenze che può avere mettere una foto su un social. Pensiamo che sì, tanto, “cosa cambia?!” Ma è proprio quando applichiamo questo ragionamento che cadiamo in errore.
Come tante delle notizie che ci giungono continuamente, anche quella di ragazzi o adulti vittime di cyber bullismo, pensiamo sempre che questi episodi siano distanti dalla nostra persona e non ci possano nemmeno sfiorare. Questa leggerezza però fa si che il problema venga minimizzato.
Infine, tutto ciò per dire di prestare accortezza a quello che può sembrare la quotidianità all’interno di Facebook, Twitter o qualsivoglia ambiente virtuale.

1 Comment
  1. erikmax 6 anni ago

    Bell’articolo, complimenti. Certo,

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