Prima scacchi, ora Go, domani, magari, ogni cosa: è la nostra perpetua voglia di migliorare, di superare i nostri orizzonti a spingerci a creare macchine uniche e potenti per svolgere compiti molto complessi, attività prima monopolio dell’uomo. Ma potremo mai essere del tutto sostituiti da aggregati di cavi elettrici e componenti dagli schemi astrusi? Arriverà il giorno in cui non ci sarà niente che noi possiamo fare e i robot no, che ci distingua, che ci renda utili? Tutte domande relative a un futuro lontano, magari utopico: è meglio concentrarci su ciò che la scienza ci promette, in un futuro molto più vicino di quanto pensiamo.
Saranno sicuramente vittime innocenti della robotizzazione tutti i lavori che, pur richiedendo contatto umano, consistono in routine o compiti semplici, facili da impiantare in un’intelligenza artificiale: badanti e accompagnatori, interpreti, forse addirittura insegnanti, e – perché no? – magari anche autisti; mai sentito parlare delle Google Car, auto in grado di guidarsi da sole rispettando i segnali stradali e le condizioni del traffico autonomamente? Ebbene sì, il futuro così inteso non è poi tanto lontano.
La grande diffusione di manodopera robotica porterà prevedibilmente a un netto aumento della disoccupazione. Potrebbe essere troppo presto per queste tecnologie, soprattutto considerando il difficile periodo in cui viviamo oggi. Ma non sappiamo cosa ci riserva il domani: forse un giorno sentiremo il bisogno di automatizzare ogni cosa, di abbandonarci alla tutela delle nostre stesse creazioni. È importante pensarci autonomamente: in fondo, è questo che ci rende umani.
Prima scacchi, ora Go, domani, magari, ogni cosa: è la nostra perpetua voglia di migliorare, di superare i nostri orizzonti a spingerci a creare macchine uniche e potenti per svolgere compiti molto complessi, attività prima monopolio dell’uomo. Ma potremo mai essere del tutto sostituiti da aggregati di cavi elettrici e componenti dagli schemi astrusi? Arriverà il giorno in cui non ci sarà niente che noi possiamo fare e i robot no, che ci distingua, che ci renda utili? Tutte domande relative a un futuro lontano, magari utopico: è meglio concentrarci su ciò che la scienza ci promette, in un futuro molto più vicino di quanto pensiamo.
Saranno sicuramente vittime innocenti della robotizzazione tutti i lavori che, pur richiedendo contatto umano, consistono in routine o compiti semplici, facili da impiantare in un’intelligenza artificiale: badanti e accompagnatori, interpreti, forse addirittura insegnanti, e – perché no? – magari anche autisti; mai sentito parlare delle Google Car, auto in grado di guidarsi da sole rispettando i segnali stradali e le condizioni del traffico autonomamente? Ebbene sì, il futuro così inteso non è poi tanto lontano.
La grande diffusione di manodopera robotica porterà prevedibilmente a un netto aumento della disoccupazione. Potrebbe essere troppo presto per queste tecnologie, soprattutto considerando il difficile periodo in cui viviamo oggi. Ma non sappiamo cosa ci riserva il domani: forse un giorno sentiremo il bisogno di automatizzare ogni cosa, di abbandonarci alla tutela delle nostre stesse creazioni. È importante pensarci autonomamente: in fondo, è questo che ci rende umani.

Peccato ricanews avevi fatto un buon lavoro descrivendo le problematiche relative ai robot contro l’umano ma hai ripetuto gli stessi concetti in periodi diversi,forse