Internet. Sono io l’unico che trema di fronte a quello che si cela dietro questa parola? Un mondo a parte che vive e dipende dal nostro, mondo però che sfugge al controllo di chi cerca di usarlo.
Ho sempre considerato Internet come una rete da pesca, ogni giorno prendi centinaia di migliaia di pesci diversi più o meno buoni, ma sono anche tante le meduse o alghe che incontri nello sbrogliare le reti.
Molto spesso mi capita di vagare senza una meta in questo mondo digitale e trovare un’accozzaglia di notizie/informazioni o per lo più cavolate di dimensioni abnormi. Soprattutto, la cosa peggiore, frecciatine dirette verso persone. Ma non sempre si ci limita a semplici frecciatine. No no. Adesso si va oltre.
Non sono poche le volte nel quale ho visto chiari insulti liberi e gratuiti nei confronti di persone che non hanno fatto nulla di male tranne “esistere” per quei carnefici. Molto spesso al posto di ignorare qualcuno si preferisce circondarsi di persone che più o meno la pensano come te e cercare di mettergliene molte di più contro. Distruggendo la reputazione della persona anche infamandola con accuse inesistenti, spesso, portando al suicidio il diretto interessato. Ed è lì che possiamo trovare tutta l’ipocrisia del genere umano. Quando gli assassini si scusano e si sentono in colpa.
Balle ragazzi, balle.
L’essere umano prova piacere nel dominare il prossimo, non lo si può negare.
E’ divertito nel vedere l’altro fallire e gode quando a questo succede qualcosa di brutto ed inaspettato.
L’uomo è fatto così. Il problema è quando la situazione sfugge di mano ad un gruppo di uomini che usano internet, perché si è “nascosti”, e distruggono quello che giorno per giorno un individuo ha costruito. Ma credetemi quando parlo e dico che i colpevoli non soffrono o hanno rimpianti, stanno solo “bene” adesso.
Cosa ci sarà mai da fare per limitare ciò?
Onestamente non ho una risposta ma so solo che bisogna avere paura di noi stessi quando abbiamo le mani sopra una tastiera perché non sappiamo cosa la nostra mente potrà partorire e cosa il nostro essere “umani” potrà mai fare.