«Riusciremo a splintare le bobbe!» «Certo, anche i palandrini plifferanno i ciccoli!». Mi hanno sempre fatto ridere queste battute di una vignetta di Nilus che mio padre ha conservato dai tempi delle medie e che ogni tanto mi fa vedere. Il Faraone seduto di fronte a Nilus afferma di voler costruire una nuova Torre di Babele e non si preoccupa dell’avvertimento di Nilus, del rischio di non riuscire più a capirsi con gli altri uomini, per punizione divina. Il risultato erano quelle battute: il Faraone e il suo consigliere sicuri di comunicare e invece incapaci di intendersi.
Se oggi Linus proponesse al Faraone un “pesciolino di Babele” che cosa accadrebbe? Beh, certamente le cose cambierebbero. Dobbiamo chiederci se in meglio o in peggio.
Superata la barriera linguistica, i popoli si avvicinerebbero e comunicherebbero con maggiore facilità. Provate a pensarvi nel mercato di una città araba a chiedere facilmente indicazioni stradali al primo passante vi capiti davanti! Se una lingua è un mezzo per unire un intero popolo, allora forse finalmente essendo tutti in grado di capirci sarebbe più semplice considerare noi essere umani come l’unico grande popolo che abita il Pianeta Terra.
Inutile dire quanto il commercio e l’economia sarebbero aiutate da uno strumento di questo genere che favorirebbe gli scambi eliminando la necessità di un interprete.
Eppure, io non riesco ancora a superare l’avvertimento di Linus: finirete per non capirvi! E sotto sotto mi accorgo di non essere ancora disposta a considerare solo positive tali innovazioni.
Ho avuto la fortuna di viaggiare con la mia famiglia in diversi Paesi. Ogni luogo da noi toccato era una scoperta non solo di splendide città e monumenti, ma di persone diverse da noi. E anche il fatto che queste persone parlassero una lingua diversa diventava un modo per incuriosirci, per farci venire voglia di conoscere di più di quel posto, anche di divertirci nei casi in cui facevamo fatica a farci capire. Insomma, i viaggi erano un’occasione per comprendere che io percepisco diverse da me persone che a loro volta mi percepiscono diversa da loro.
Forse il pesciolino di Babele annullerebbe queste diversità, ma la diversità – almeno così ci insegnano a scuola – è la nostra ricchezza.
Guadagneremo dunque nuove ricchezze con questi pesciolini, ma ne perderemo altre. A noi decidere che cosa sia più prezioso!