Recentemente si discute dell’utilizzo deviato di internet, con particolare riferimento all’utilizzo di pseudonimi in rete. Molte persone, infatti, sfruttando tale forma di “anonimato” o mediante la creazione di un profilo falso, insultano o minacciano i loro bersagli. Questi comportamenti, che non sono solo battutine offensive, possono sfociare in vere e proprie forme di reato, allorquando si effettuano atti persecutori o si utilizzano i dati e le immagini di una persona reale, per crearne un profilo parallelo.

Una fazione politica del nostro Parlamento ha proposto, per eliminare l’anonimato online, di obbligare chiunque voglia creare un qualsiasi account di allegare i propri documenti identificativi, allo scopo di evitare la creazione di profili falsi.

Tale iniziativa in un’ipotetica evoluzione globale delle normative di settore potrebbe avere aspetti positivi. Infatti, ogni nazione potrebbe possedere un database centrale, presso i propri organi di governo, al cui interno vi siano registrati tutti i nostri documenti. Nel momento in cui Tizio richiede l’emissione del proprio documento d’identità, gli verrebbe rilasciato un pin per la gestione sulle piattaforme digitali del suo documento. Infatti, nel momento in cui Tizio chiede la registrazione/creazione di un qualsiasi account (social network, banche, compagnie telefoniche, etc.) avrebbe la possibilità, tramite il predetto pin, di fornire una O.T.P. (one time password) che permetterebbe per una sola volta, appunto, la visualizzazione dei suoi dati reali tenuti dall’organo di governo, senza possibilità di estrarli. A questo punto il portale dove Tizio si è registrato, ha accertato che si tratta di una persona reale e concede la possibilità di collegare nomi di fantasia all’account. In questo modo viene lasciata a Tizio la libertà di pensiero in forma anonima ma, nello stesso tempo, le forze dell’ordine possono subito risalire a Tizio se commette un qualsiasi atto criminale.

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