Spesso sentiamo dire che l’alfabetizzazione digitale è uno dei tanti argomenti per i quali l’Italia è indietro rispetto all’Europa, ma al contempo ci vediamo sempre più interconnessi tra di noi … quindi?

La verità è che le statistiche a volte non sono identificativi dell’intera situazione: infatti se consideriamo i giovani italiani con la media europea la situazione è pressoché la stessa, cosa non vera per quanto riguarda gli adulti, che rispetto al resto del vecchio continente sfruttano meno la rete.

L’insufficiente livello di cultura digitale di base costituisce un preoccupante fattore di esclusione sociale poiché non solo preclude l’accesso al mercato del lavoro, in considerazione del fatto che le prospettive professionali richiedono sempre di più il possesso di adeguate competenze digitali, ma soprattutto costituisce un grave pregiudizio all’esercizio di fondamentali diritti sociali.

Insegnare l’uso delle nuove tecnologie o l’uso dei telefoni touch screen a persone in età avanzata non è però affatto semplice. Azioni che per una generazione di “nativi digitali” sembrano banali, ad esempio presentarsi all’incontro con il telefono, e carico, o con un contratto telefonico, non son affatto tali.

Ed è a questo punto che i giovani dovrebbero scendere in campo per dare nuova linfa a quegli anziani che non sanno neanche come accendere un computer, insegnare loro come possono trovare informazioni sulla rete, come chiamare i loro cari e come fare una foto.

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