Alcuni atleti della Federazione Russa, recentemente, sono stati posti sotto inchiesta per sospetta assunzione di sostanze o medicinali proibiti.
Si parla, quindi, di doping. Con questa parola si intende l’assunzione o l’abuso di sostanze proibite, dalla legge del 2000, per aumentare le prestazioni fisiche di un atleta. Solitamente, il ricorso al doping si ha in vista di competizioni agonistiche.
Inizialmente, tra gli anni cinquanta e ottanta, gli atleti facevano uso di sostanze dopanti, i cui effetti non erano del tutto noti.
I casi accertati di doping sono svariati e numerosi nel corso dei decenni. Tra questi ricordiamo: la pesista Heidi Krieger, il velocista Ben Johnson, il ciclista Lance Armstrong e il podista Alex Schwazer. Caso particolare, invece, è quello del ciclista Marco Pantani. Pantani, infatti, non è mai stato accusato di doping, ma, a causa di un’alterazione della normale percentuale, del volume di globuli rossi nel sangue è stato escluso dal Giro d’Italia del 1999.
A parer mio, un qualunque atleta può essere definito un “vero campione” se lotta per ottenere i propri successi con le sue sole ed esclusive forze. Solamente con la determinazione e il volere personale un atleta può abbattere i propri limiti e superarli. Sono decisamente contraria all’uso di queste sostanze, non solo perché provocano dei danni a livello fisico e psicologico, delle dipendenze, ma perché rovinano la bellezza che c’è nello sport.
Gli sport sono competizioni straordinarie per unire persone che, nonostante abbiano culture e tradizioni diverse, si trovano accomunate da una stessa passione, non per dimostrare la propria superiorità sugli altri. La vittoria di un atleta connazionale è una vittoria per tutti, come lo è anche uno scandalo.
Lo sport ci unisce! Non roviniamolo perché siamo sotto pressione o perché non vogliamo fare una brutta figura.Rifiutare il doping significa dimostrarsi superiori!

Bellissimo articolo hai espresso in modo chiaro e fluido il problema che troppo spesso ha riguardato atleti anche di un certo calibro. Mi
L’articolo in s