Uno dei principali problemi delle Olimpiadi è il doping. Agli inizi del ventesimo secolo, si iniziarono a usare droghe al fine di ottenere prestazioni sportive migliori.L’unica morte per doping avvenuta durante le Olimpiadi fu ai Giochi di Roma 1960, nella corsa di bici su strada. Il danese Enemark Jensen cadde dalla sua bici e più tardi morì. L’autopsia rivelò che l’atleta era sotto l’influenza di anfetamine.I test anti-doping furono introdotti dal CIO a partire dai Giochi del 1968. Il primo atleta ad essere trovato positivo fu lo svedese pentatleta Hans-Gunnar Liljenwall, durante le Olimpiadi di Città del Messico 1968, e perse la medaglia di bronzo. Settantatré atleti seguirono Liljenwall nei successivi 38 anni, tra cui molti medagliati. La squalifica per doping più nota è quella del velocista canadese Ben Johnson, che vinse i 100 metri a Seul 1988. Fu trovato positivo agli steroidi anabolizzanti.Nonostante i controlli, gli atleti hanno continuato ad utilizzare sostanze dopanti nel corso degli anni. Nel 1990, la rilevazione di alcuni documenti denunciò il fatto che molte atlete della Germania Est erano costrette dai propri allenatori e preparatori ad assumere sostanze dopanti.Ad oggi la battaglia del CIO si è fatta sempre più forte. Ne è dimostrazione il fatto che alle olimpiadi invernali di Torino 2006 solamente un atleta è stato trovato positivo al doping.
Il doping è una forma sbagliata per vincere…spero che gli atleti che tanto non lo sono perché si dopano lo capiscano.

Ciao, ci siamo resi conto che il tuo post
Sono d’accordissimo con te! Doparsi non