Quel che mi sento dire più spesso è, in realtà, “Sei vecchia dentro”, perché all’apparenza sono una ragazza “seria e responsabile”…ciò non significa che io sia già adulta né tantomeno che non abbia paura di crescere. Quand’ero piccola, mentre gli altri bambini facevano piani per quando sarebbero “diventati grandi”, io immaginavo una vita senza i miei genitori sempre pronti a consolarmi e a prendersi cura di me, una vita separata da quella di mia sorella ed un lavoro, una casa ed una famiglia da gestire. Allora mi ripetevo che ero piccola e non era il caso di preoccuparsi così presto… Poi, di notte, sognavo di essere come Peter Pan e non crescere, restare sempre una bambina (quasi) spensierata. Ora ho diciassette anni e so bene che la seconda stella a destra non mi porterà ad un’isola magica dove i bambini restano tali; mi si presenta la prospettiva di un Paese in cui, pare, non c’è più spazio per i giovani e mi assalgono ansie e paure che un adolescente non dovrebbe avere. Sembra che non serva neanche studiare per facilitare le cose, anzi per i laureati la situazione è ancora più tragica. Se un tempo avevo paura di vivere in una casa diversa da quella in cui sono cresciuta, ora devo considerare l’idea di cambiare Paese. Tuttavia, la mia paura più grande è quella di non raggiungere nessun obiettivo piuttosto che di dovermi allontanare per riuscirci, di ritrovarmi con il corpo di una trentenne e le insicurezze di una ragazzina di diciassette anni in un mondo che, se ti fermi, ti passa sopra senza tanti complimenti. Perché ho paura di crescere? Proprio perché so che nessuno sarà indulgente con me quando sarò sola in mezzo al resto dell’umanità.
