Al giorno d’oggi, soprattutto in Occidente, l’idea di diventare grandi, di crescere, di poter autofinanziarsi e assumersi le proprie responsabilità, spaventa e trasforma molti individui in tanti Peter Pan riottosi di entrare a far parte del mondo degli adulti: vorrebbero comprare un biglietto di sola andata per l’Isola che non c’è, dove resterebbero giovani per sempre. Ciò li porta a diventare indipendenti, da un punto di vista sia economico che emotivo, in tempi più lunghi rispetto a quelli previsti, con inevitabili ripercussioni nella società: si osservano lavoratori sempre più precari, genitori meno giovani e legami affettivi più instabili. Alcuni sostengono che tutto questo sia dovuto alla grave crisi economica che, da tempo ormai, colpisce la nostra nazione, poichè alla vita adulta ci si arriva in gran parte grazie al lavoro che garantisce la possibilità di esprimersi e di autogestirsi. Ma questa porta si fa sempre più stretta, giorno dopo giorno, sembra rimpicciolirsi, le attività sono più instabili, insicure, incerte, al punto che parecchi temono di non riuscire a varcarla o di dover passare con troppi stenti, perciò si arrendono ancora prima di provare, pensando che farsi male non servirebbe a nulla. Aumenta così, tra le nuove generazioni, la paura di trovarsi costretti a restare in una specie di limbo, che non ha più niente dell’adolescenza e ancora troppo poco della vita adulta, con il rischio che anche il sistema Italia non riesca più a recuperare dinamismo e sviluppo, utili per poter ricominciare. La storia dell’uomo è sempre stata caratterizzata dal desiderio di restare giovani, di non invecchiare mai, come si può dedurre fin dalla prima forma di racconto epico, cioè l’Epopea di Gilgamesh, in cui il celebre re di Uruk, dopo che Enkidu, il suo amico più caro, muore, si incammina per giungere da Utanapishtim, unico sopravvissuto al diluvio universale, alla ricerca di risposte, di informazioni per diventare immortale. Nella mitologia greca e latina, invece, per indicare l’eterno bambino è usato un termine che proviene da “ Le Metamorfosi” di Ovidio: “ puer aeternus”, fanciullo che brama indipendenza e libertà, che si irrita davanti a qualsiasi limite e confine postogli, conducendo, quindi, una vita priva di impegni definiti, tendendo a trovar qualsiasi limitazione intollerabile. Giovane che ha paura di rimanere imprigionato in situazioni da cui poi difficilmente riuscirebbe a svincolarsi, proprio come odierni giovani che, secondo alcuni, non riescono a capire che la curiosità, la voglia di imparare e scoprire qualcosa di nuovo, ritenute qualità puerili, non si devono far morire quando si diventa ‘grandi; anzi, se si mantenessero vive, si acquisterebbero forza ed entusiasmo, vincendo paure e insicurezze.
