Crescere non è soltanto un processo fisico, ma anche e soprattutto cerebrale e psicologico; non consiste in un mero aumento di altezza, è il momento in cui si cominciano a muovere i primi passi nel mondo degli adulti e a comprendere le dinamiche che regolano l’agire dei “grandi”, questi sconosciuti. La mente deve abituarsi ad essere più grande in termini di maturità richiesta, non sempre riuscendoci. Ed è proprio così che si originano gli “eterni immaturi”, coloro che, al momento dello sviluppo mentale, non hanno potuto o voluto crescere. In effetti, lo sconvolgimento fisico e psicologico dell’adolescenza non è una delle esperienze migliori che si possano avere ma, secondo molti, questi sono anche gli anni più belli della vita, per quanto agli adolescenti ciò risulti difficile da credere. Molti di loro vorrebbero svegliarsi un mattino e ritrovarsi magicamente degli adulti che, in quei dieci o quindici anni trascorsi in una notte, abbiano terminato gli studi e si siano costruiti una vita fatta e finita. Purtroppo per loro (o forse per fortuna?), questo non è decisamente possibile e, per raggiungere i traguardi degli immaginari “adulti in una notte”, i giovani devono faticare ed impegnarsi. Una volta cresciuti davvero, però, alla fatica dello studio e della scuola subentrerà quella del lavoro e arriveranno responsabilità a non finire. Forse, a quel punto, chi ha desiderato ardentemente per anni di crescere, di avere il controllo sulla propria vita e sulle proprie decisioni, si ritroverà a rimpiangere le libertà che l’essere adolescente gli permetteva di avere, ma che non ha saputo apprezzare quando ne aveva l’occasione: per esempio, l’avere il solo compito di dover aprire un libro per qualche ora al giorno senza doversi occupare di nient’altro, per quanto a tanti adolescenti già questo sembri un obbligo impossibile da sopportare. Esiste anche l’altra faccia della medaglia, la faccia di coloro che non vogliono crescere per paura del futuro e di ciò che potrebbe riservare. Certo è che, rimanendo immobili di fronte a qualunque opportunità per timore di dover affrontare delle difficoltà, non si potranno mai raggiungere i propri obiettivi. È lecito temere quello che non si conosce, ma la paura dell’ignoto non deve impedirci di andare incontro al nostro avvenire, per quanto buio possa essere. Non si dovrebbe avere fretta di crescere, perché sarebbe come gettare al vento una delle parti più belle della nostra vita, soltanto per arrivare velocemente al traguardo dell’età adulta, il quale non fa altro che aprire la strada ad un nuovo percorso ancora più accidentato. Non bisognerebbe nemmeno desiderare di non crescere mai, perché divenire adulti è una delle tappe fondamentali dell’esistenza di un essere umano che, una volta raggiunta, permette di avere accesso a moltissime nuove occasioni. Il comportamento più adatto potrebbe quindi collocarsi a metà fra questi due estremi: avere timore del futuro senza doversene vergognare, ma trovare al contempo il coraggio di affrontare il salto nel vuoto che rappresenta crescere ed entrare nell’universo della responsabilità; questo senza accelerare i tempi, per godere ogni istante della libertà di essere ancora “piccoli”, né ritardarli, per non bearsene troppo a lungo.

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