Il cyber-bullismo è un problema che negli ultimi anni sta aumentando: lo dimostrano i dati, visto che il 6% dei ragazzi in Europa ne è colpito; è una sorta di bullismo online, quando un giovane è tormentato, minacciato, umiliato e messo in imbarazzo utilizzando Internet.
Il cyber-bullismo viola le leggi penali e civili. Spesso al telegiornale si sentono notizie che fanno rabbrividire perché si riferiscono ad adolescenti che si suicidano per essere stati umiliati; a Padova, a marzo del 2014, una quattordicenne si è ammazzata per aver ricevuto offese pesanti.
Rispetto al bullismo tradizionale, la “versione cyber” è caratterizzata da un elevato numero di spettatori che molto spesso non conosce la vittima e dà quindi la possibilità ai persecutori di agire in uno spazio più ampio e di mostrarsi ai molti utenti.
Secondo me bisognerebbe evitare che i vari siti diffondano video offensivi, a discapito di alcune persone.
A mio avviso, quindi, il cyber-bullismo si potrebbe prevenire in diversi modi, ad esempio facendo un uso appropriato dei social network (Facebook, Ask e Twitter), su cui non bisognerebbe pubblicare foto compromettenti e dare troppe informazioni su se stessi e sulla propria famiglia e, di fronte a chat strane, bisognerebbe inviare una segnalazione alle autorità competenti.

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