Numerose sono le fonti di finanziamento del terrorismo dalle donazioni private dei ricchi petrolieri del Qatar e del Kuwait, alle sovvenzioni delle fondazioni islamiche che volevano far cadere in Siria il regime dittatoriale di Assad, alla vendita di armi da parte dell’Arabia Saudita, armi da noi stessi vendute a questo paese. Inoltre proprio durante questa guerra sono caduti sotto il controllo dell’Isis numerosi giacimenti di petrolio permettendo a questo gruppo terrorista di gestire un florido commercio del petrolio di contrabbando, acquistato probabilmente anche da paesi occidentali. Anche il commercio di beni archeologici è un’importante fonte di finanziamento dei terroristi. C’è il sospetto che ricchi imprenditori occidentali e addirittura gallerie acquistino nel mercato nero dell’arte importanti reperti archeologici trafugati dai musei Siriani. Più aberrante di tutto questo è l’ipotesi secondo la quale l’Isis sia molto attivo anche nel commercio di organi umani a conferma di ciò le decine di corpi trovati con tagli profondi. Il tutto costituisce un importante flusso di denaro che rende operativa questa potente struttura terroristica ed è facile intuire come in questi finanziamenti siano coinvolti, direttamente o indirettamente, anche i paesi occidentali. Va rilevato però, come dimostrato dagli attentati a Parigi, che altrettanto importante è il contributo umano proveniente dalle giovani generazioni di arabi europei, che hanno abbracciato il fondamentalismo islamico. Il capitalismo, la crisi economica, la povertà , la mancanza di identità sembrano aver devastato le menti di questi giovani e accecati dall’odio cercano un’alternativa a una vita mediocre, vuota e senza speranza. Proprio per questo gli estremisti hanno concentrato i loro sforzi di reclutamento nelle periferie delle città, dove i giovani in assenza di prospettive e di un futuro sono pronti a credere a quei falsi profeti che promettono loro , anche se in un’altra vita , potere, fama e gloria e in nome di Allah sono pronti a farsi esplodere compiendo stragi che spezzano vite innocenti. Le soluzioni quindi, per interrompere questi finanziamenti sono molteplici. Si dovrebbe innanzitutto prendere il controllo dei pozzi petroliferi e fermare cosi la vendita al mercato nero del petrolio, bloccare la vendita di armi ai paesi conniventi e attuare sanzioni economiche a tutti quei paesi sospettati di collaborare con l’Isis. Contemporaneamente si dovrebbe però intervenire anche sui motivi per cui è iniziata questa guerra tra mondo mussulmano e mondo occidentale, attuando politiche economiche e sociali orientate a dare nuove prospettive e speranze ai giovani e a risolvere vecchi nodi geopolitici generati dalla questione palestinese.

1 Comment
  1. miristella 7 anni ago

    Ciao “rosstheboss”. Ho apprezzato molto il tuo articolo, gli argomenti sono ben esposti ed

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