L’eco grandissima ed imponente dei fatti avvenuti lo scorso 13 novembre rimbomba ancora in tutto il mondo, provocando scandalo, tristezza, sdegno, paura e dolore. Dolore, un immenso dolore ha abbattuto intere nazioni quella notte insieme alle 130 vittime. Gli atti di terrorismo sono volti, appunto, a generare terrore in una società, a creare uno choc che la paralizzi e la divida. L’organizzazione sociale che subisce questi attacchi non è quindi destinata ad esplodere, bensì ad implodere su se stessa. Ciò accade non tanto per l’attentato un sé che la colpisce, quanto per gli effetti consequenziali che questo provoca al suo interno. Sotto questo aspetto, gli eventi di Parigi, con ciò che è accaduto in seguito è sta accadendo, rappresentano una grande vittoria per i mandanti della strage e una pesante sconfitta per la Francia, l’Europa e l’intero Occidente. Da giorni ormai il terrore ha contagiato intere popolazioni, ha impregnato le notizie di giornali e reti televisive e ha influenzato le decisioni dei governi degli Stati. Si tratta di una situazione che potrebbe avere conseguenze molto gravi legate al caos, a malfunzionamenti, a disordine sociale ecc. Il dolore e la sofferenza si fanno ancor più grandi quando si comprende che gran parte delle cause di quel che sta accadendo va attribuita proprio alla nostra società. Medio Oriente ed Occidente sono due civiltà che nel corso della storia si fondono tra loro costantemente, logorandosi a vicenda. Parigi, nel contesto attuale, rappresenta la più grande ferita subita finora dell’Occidente, è l’ustione da parte di un fuoco che esso stesso ha alimentato. Questo fuoco sono quegli eroi che ogni giorno uccidono innocenti in nome del proprio dio, per il desiderio di rivendicare interessi legati al potere politico ed economico. In realtà sono troppo deboli per essere degli eroi, sono troppo deboli perché hanno sacrificato il proprio desiderio nel momento in cui hanno iniziato ad agire in questo modo per raggiungerlo. Il loro desiderio non esiste più, è sorpassato, e le loro azioni non sono simbolo di potere o ostinazione, bensì il prodotto della svogliatezza, della non-voglia, scaturita dalla scomparsa del desiderio, sono il risultato dall’invidia e della sensazione di inferiorità che provano verso la cultura occidentale e la sensazione di impotenza nel sovrastarla è ciò che alimenta il loro odio. Si uccidono e uccidono seguendo le parole di un dio, che però è ormai morto, abbattuto da loro stessi, di cui hanno preso il posto. Quel posto, di cui si sono appropriati, è comunque troppo piccolo per realizzare il progetto utopistico di sottomissione del mondo. Ecco che quindi Parigi e ciò che è accaduto devono essere, per tutto l’Occidente e non solo, la presa di coscienza dei propri errori e il punto di svolta, ormai inevitabile, da cui iniziare ad agire per rimediare, nel miglior modo possibile, alle colpe commesse.

Luconi Emanuele

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