L’ISIS, acronimo di Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, si forma nell’aprile del 2013, probabilmente composto da un numero tra quindicimila e trentamila membri, tanti comunque, se rapportati ai metodi cruenti che usano. Al nucleo originario si sarebbero uniti circa quattromila stranieri, fondamentalisti islamici estremisti, pienamente convinti di ciò che fanno in nome di questo sedicente Stato, che controlla circa metà della Siria e un terzo dell’Iraq, ma non solo. I confini non sono ben definiti, ma le propaggini si estendono nel Sinai, in Algeria, in Libia, in Arabia Saudita e in Yemen, anche se per ora, sperando che rimanga sempre così, nessuno stato al mondo si è alleato con l’ISIS. Questa organizzazione terroristica finanzia le proprie spese principalmente in cinque modi: con la vendita di petrolio, estratto nella Siria orientale e nelle zone controllate dall’organizzazione, per poi essere venduto attraverso degli intermediari in maniera poco trasparente; imponendo tasse fisse, dei dazi, ai camion che attraversano i terreni dell’ISIS e utilizzando l’estorsione, una sorta dunque di pizzo; esigendo riscatti per ostaggi precedentemente rapiti, soprattutto europei; vendendo organi umani, come pare confermato dal ritrovamento di cadaveri incisi da estesi tagli e privi di organi. Infine ottengono soldi anche attraverso donazioni di singoli privati, particolarmente favorevoli a questa organizzazione terroristica che, nonostante abbia la maggior parte del mondo contro, riesce benissimo a ricavarsi tutto ciò di cui ha bisogno, ovvero aderenti e denaro.
