Non nascondiamo l’amaro in bocca dietro la famosa espressione “L’importante è partecipare”, perché la sconfitta è dura da ingoiare. Non si gioca solo per il gusto di giocare: l’obiettivo è vincere. Ma “vincere” non significa solo arrivare primo in un concorso, essere il migliore in una gara o il più abile in una competizione. “Vincere” non è salire sul podio per essere incoronato vincitore, perché non è la coppa, la medaglia o il premio che fanno di un uomo il vincitore e dello sconfitto il vinto. La vita stessa si presenta come una lunga partita da giocare e spesso si presentano ostacoli da superare, dove realmente devi scendere in campo con tutte le forze e l’energia che hai e lottare per raggiungere la vittoria, che è la vita stessa. E qui non puoi dire “L’importante è partecipare”, qui devi mettercela tutta, devi tener duro, anche perché non puoi barare. Devi vincere a tutti i costi, e poco importa se perdi i capelli, dimagrisci o ingrassi di venti chili, o ti privano di un organo: il nemico va abbattuto perché la posta in gioco è troppo alta. Quando ti siedi a quel tavolino da gioco invisibile e sai già che sei perdente, quando l’altro giocatore è più forte ed aggressivo, quando sai che se molli un attimo lui ti ha già annientato, allora ti rendi conto che la partita è dura da giocare e che la vittoria la vuoi a tutti i costi. Il premio lo vedi lontano anni luce, ma quando lo conquisti, non vorresti ostentalo a nessuno, ma solo stringerlo forte a te, perché è la tua vita. Solo in questi casi posso dire che bisogna vincere a tutti i costi, negli altri ritengo che non ci sia differenza tra oro, argento e bronzo, anzi, anche essere arrivato ultimo ti fa onore. Alla fine era solo un gioco!

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