Fin da bambini ci viene ripetuto che l’importante non è vincere ma partecipare; si cerca così di sopprimere la competitività che, in un certo senso, è parte dell’uomo da sempre.
Fare ciò però è impossibile. Il desiderio di primeggiare spesso si traduce in ambizione. Il traguardo che ci si è posti, tuttavia, è raggiungibile solo attraverso la determinazione.
Si può dire, quindi, che quest’ultima sia generata dalla voglia di vincere.
Spesso il desiderio di vittoria porta alla rovina dell’uomo e, per questo motivo, deve essere moderata.
Ma,dato che l’essere competitivi è un’indole umana e, perciò, presente in tutti noi, ciò può essere eseguito soltanto dall’individuo stesso. Le persone dovrebbero abituarsi al fatto che, spesso, non si ottiene ciò che si vuole. Così come per la vittoria, anche la sconfitta fa parte delle nostre vite e bisognerebbe abituarsi ad essa. Dove c’è trionfo, è presente anche la disfatta. Ciò non vuol dire che si sia obbligati a rinunciare ad ogni ambizione per paura di subirne una né, tantomeno, bisogna abbandonare il proprio spirito di competitività.
Se, infatti, tutto ciò non facesse parte di noi, cosa accadrebbe?
Probabilmente ci accontenteremmo di essere solo uno tra i tanti volti presenti, creando così una realtà troppo omogenea. Ma, davvero bisogna sempre vincere?
La vittoria e il desiderio di primeggiare non controllano le nostre vite ma è grazie ad esse che il mondo è così vario.

0 Commenti

Lascia un commento

CONTATTACI

Hai una domanda? inviaci una e-mail e ti risponderemo al più presto.

    Il Quotidiano in Classe è un'idea di Osservatorio Permanente Giovani-Editori © 2012-2023 osservatorionline.it

    Effettua il login

    o    

    Hai dimenticato i tuoi dati?

    Crea Account