Se la domanda è: “Davvero bisogna sempre vincere?” la risposta, unica e universale è: “Sì, assolutamente”.
Si tratta di una concezione comune ormai che vincere è tutto ciò che conta nella vita: non si usa più il detto “L’importante è partecipare” perchè in natura, nel mondo degli animali così come nella vita quotidiana degli umani, tutto si incentra in una costante lotta per primeggiare.Si comincia da appena nati quando stanchi e affamati si esigono le attenzioni della propria mamma che magari proprio in quel momento si stava rilassando nella vasca da bagno: non si tratta di cattiveria che già nell’infanzia si insedia in noi ma si tratta di una vera e propria sfida con la mamma: la mamma esce dalla vasca e il bambino smette di piangere, il bambino vince e la mamma perde.
Per non parlare delle tipiche lotte “all’ultimo sangue” tra coetanei nei cortili delle scuole elementari, durante la libertà della pausa pranzo, durante una staffetta tra alunni di classi diverse: in quei delicati momenti gli occhi di ogni singolo bambino cambiano lucentezza e sulla fronte dei bimbi si incide, inchiostro nero, la frase: “DEVO VINCERE”. Ma neppure i più grandicelli si lasciano prendere da generosità e menefreghismo quando si presenta l’occasione di primeggiare: se ci sono quattro amici al bar e la birra è rimasta una sola, state pur certi che organizzeranno ogni tipo di sfida per aggiudicarsela. Ma la cosa veramente sconvolgente è che questi ragazzi non vogliono veramente bere quella birra, così come i neonati non volevano le attenzioni della mamma e i bambini non si interessavano di chi avrebbe dovuto vincere: si chiama ambizione o smania di apparire ma è sempre e solo l’incontrollabile, succulento desiderio di essere i primi, di vincere su chiunque altro.
