Sembra essere oggi nel DNA di ognuno l’ansia di affermarsi, di ottenere consensi ed ammirazione, di imporsi, di raggiungere la tanto sospirata gloria. L’obiettivo sembra essere arrivare primi, ad ogni “ costo”… per distinguersi dagli altri, per sentirsi al centro dell’attenzione, potenti e amati, ma anche per diventare ricchi e assicurarsi un’esistenza di agi. Questo stile di vita incomincia da ragazzi e continua negli anni, fino a diventarne prigionieri, finendo per non sapere più chi siamo in realtà. Non è facile poi riacciuffare la propria identità perché il mondo che ci circonda considera solo i “vincitori” anche a costo di distruggere l’uomo. Il superamento dei propri limiti è
imposto dalla nostra società che, col passare degli anni, è diventata
molto, troppo competitiva ed è comprensibile che tutti si sentano in dovere di
stare al passo.
A cosa serve essere considerati vincitori, però, se poi si
diventa uomini in fuga dalla propria stessa vita? Secondo me la vera vittoria per
ognuno dovrebbe consistere nel riuscire ad arrivare a essere e a fare quello che ci si sente dentro, meglio che si può, per essere gratificati e
realizzati, non per essere considerati dei vincitori. Abbiamo
l’esempio di tanti personaggi di successo che, inspiegabilmente, si sono tolti la
vita perché, pur considerati icone da tutti,
probabilmente dentro di loro avvertivano ugualmente un grande vuoto e la
consapevolezza, che forse, non avevano trovato quello che inseguivano.
Cerchiamo di realizzare i nostri sogni, senza calpestare gli
altri. Chiediamoci cosa realmente vogliamo dalla vita e non cosa
vogliono gli altri da noi o cosa pretende la società che ci circonda. Alziamoci ogni
mattina con il sorriso per quello che siamo e quello che andiamo a
fare. Questa è una grande vittoria. Non importa se per gli altri non
saremo vincitori, ci sentiremo tali ogni sera, nel buio della nostra stanza, magari accanto a chi è importante per noi.