Non sempre si può vincere, ma tutti lo vorrebbero ameno una volta, soprattutto quando “il gioco” ci sta particolarmente a cuore.
Per me non è necessario vincere tutte le volte: credo che alla lunga questa “abitudine” ci possa rendere egoisti e superbi. Certo, vincere è bello, ma bisogna farlo lealmente e con tanta umiltà. A me capita spesso di primeggiare nelle competizioni: all’inizio ne sono felice ma poi la felicità svanisce in un attimo ed è come se dovessi ricominciare tutto da capo.
Ma la sconfitta, secondo me, non consiste solo nel perdere una competizione. Si può perdere anche in situazioni più serie e importanti per la vita: le malattie, ad esempio. Anche i malati vogliono vincere la loro partita, quella contro la malattia, e spesso, come dicevo prima, nel non riuscirci si sconfortano. Io credo che in questi casi la vera vittoria sta nel non arrendersi e nel vivere la malattia con dignità, senza permetterle di stravolgere l’esistenza.
Non è bene vincere sempre perché se poi si perde si inizia a dire bugie per giustificare la sconfitta o, peggio ancora, ad arrabbiarsi con le persone che ti stanno a cuore. A me è capitato una volta con una mia amica, indispettita perché io ero arrivata prima a una gara sportiva e lei no. L’ho trattata molto male perché non riuscivo a capire la sua reazione. Poi fortunatamente siamo tornate amiche. Dopo averle chiesto scusa tante volte mi ha perdonata. In questo caso la mia vittoria è stata il suo perdono.

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