Vincere con slealtà o perdere, ma con onestà? Questo è un dilemma che molti uomini si porgono ad ogni gara.
Quando si ha davanti una sfida, quando si fa una gara, la cosa più importante per molti è tagliare il traguardo per primi, non importa come, a quale costo o se va contro la morale; l’importante è vincere. Quante vittorie si sono raggiunte con una mazzetta di soldi o sabotando gli avversari.
Adesso, a tutti quelli che amano barare, non vi farò la predica, no, vi racconterò una piccola storiella : tempo fa io facevo karate, molti di noi piccoli karateka (in quel “molti” io sono ovviamente compresa) quando erano stanchi o annoiati di impegnarsi, smettevano di allenarsi bene e incominciavano a utilizzare trucchetti in modo da lavorare meno senza che il maestro se ne accorgesse; un giorno , però, ovviamente esso se ne accorse e ci disse “se non fate bene i vostri esercizi alle mie spalle non imbrogliate me ma imbrogliate voi stessi”; da quel giorno ho smesso di barare.
Quando trucchiamo una partita, quando vinciamo con slealtà, non stiamo imbrogliando solo gli altri, imbrogliamo ma soprattuto noi stessi: alla fine, anche se abbiamo vinto, quella non sarà mai una vera vittoria; le vere vittorie si ottengono con l’impegno e con il sudore, le vere vittorie ,al contrario di quelle ottenute con l’imbroglio, le sentiamo dentro e ci rendono fieri di noi stessi.
