Se la domanda “E’ sempre necessario vincere?” è posta a livello morale, allora la risposta è ovvia:no. E’ importante riconoscere che una sconfitta non è un danno irreparabile al proprio valore e al proprio livello di abilità in qualunque campo.
Ma a fare questa domanda sul piano realistico, si resta sempre nel campo dell’ovvio, ma la risposta cambia in un netto SI’.
Perché questo? Semplice. Perché la società odierna non lascia spazio all’umiltà. Chi non arriva primo è un fallito ed è destinato a non avere successo. Per parafrasare una frase dell’ultimo videoclip di David Guetta, chi arriva secondo è solo il primo di una lunga fila di perdenti.
E’ così, non lo si può negare. Chi riesce ad arrivare alla punta della piramide (leggi: chi ha le disponibilità economiche e sociali per farlo)ha successo e dall’alto guarda gli altri che faticano a salire. Per questo la competitività aumenta: visto che non vi è margine di errore, si tende a fare di tutto per far sbagliare gli altri e avere più possibilità di vincere il premio ambito in quel momento.
Non si può fare molto per cambiare la risposta a questa domanda: l’unica chance che abbiamo è quella di modificare la società in modo che dia spazio agli errori e all’imperfezione. Solo allora la gente smetterà di cercare di vincere a ogni costo.

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