Al giorno d’oggi siamo sempre più stimolati a pensare che se partecipiamo ad un concorso, ad una gara, o ad una competizione in generale si debba per forza vincere per essere felici e apparire tra la folla. Questo è talmente diffuso e interiorizzato da molti, tanto che spesso si ricorre all’utilizzo di mezzi sleali per raggiungere tale scopo. Ma è davvero così che dev’essere? Si deve partecipare a una competizione solo per la voglia di vincere? Spesso si dice “l’importante è partecipare” oppure “dagli errori si impara sempre qualcosa”. Questi dovrebbero essere gli ideali che animano le persone. Bisogna vedere le competizioni e le gare prima di tutto come un modo per mettere alla prova se stessi, la propria autostima e le proprie capacità e poi come una sfida contro gli altri concorrenti. Se si vince, meglio così, ma se si perde, si ha comunque avuto la possibilità di testare le proprie capacità e ora sappiamo fin dove possiamo arrivare con le nostre forze. Questo poi servirà per il prossimo momento di competizione per arrivare più forti e preparati, conoscendo i propri limiti e conoscendo anche il valore educativo di una sconfitta.
